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GLADYS

Oggi è venuta a trovarmi Gladys. L’avevo conosciuta ancora bambina quando, rimasta orfana, ha dovuto lavorare per sostenere la famiglia in grave difficoltà a causa della morte del padre.

Mi ha fatto molto piacere sapere che si è sposata e che si è dedicata alla sua famiglia. Ha avuto sei figli che frequentano le scuole primarie e secondarie. Il marito aveva un buon lavoro e, fino ad oggi, la vita scorreva tranquilla. Poi il marito l’ha lasciata e ha sposato un’altra donna lasciandola sola a provvedere per tutti i figli.

Gladys è una donna instancabile, determinata ad andare avanti finché ha forze per far studiare i suoi figli. Tutti i giorni cerca possibili lavori da fare per guadagnare qualcosa: zappare i campi, lavare la biancheria, cucinare… Non importa la fatica basta guadagnare qualcosa per vivere e mandare a scuola i suoi figli.

Ma, nonostante l’impegno e lo sforzo, non riesce a dare loro quello che desidererebbero tanto. E così quest’anno va a scuola una figlia, un’altra interrompe gli studi e riprenderà fra qualche anno: questa è la scuola a singhiozzo delle famiglie povere.

Anche lei, come tante altre donne, desidera lavorare. Parliamo a lungo del tempo passato e metto insieme i pezzi che mi mancavano della sua famiglia. Mi racconta di ogni figlio, dei loro sogni e la voglia di vivere in pienezza, nonostante le fatiche quotidiane.

Al tramonto riparte. La strada è lunga e tutta a piedi, ma si avvia serena sperando che forse, un giorno, qualcosa di buono potrebbe accadere per lei e i suoi figli. La guardo e penso che davvero le donne d’Africa si meritano un premio Nobel.