A cura di Susanna Tadiello
Con la nascita di movimenti etici, e con il dilagare della pandemia mondiale e del conseguente blocco di molti paesi, sembra che ci sia un ritorno alla semplicità. La riscoperta dell’essenziale, in un momento di crisi e di passaggio come questo, ci catapulta in una dimensione di responsabilità sociale: ognuno di noi è essenziale per il cambiamento, per fare la storia e per lasciare un segno. Ecco che l’artigianato, in contrasto con la produzione massiva di beni (spesso superflui), prende piede e torna, si spera non in maniera transitoria, a fare tendenza.
Il “fatto a mano” è un’etichetta che si attribuisce ancora troppo facilmente a quei prodotti che di originale, alle volte, hanno ben poco. Cresce però la domanda, dovuta alla consapevolezza che il cambiamento parte dal basso, dalla comunità, dai piccoli gesti, dai piccoli artigiani; tuttavia il “fatto a mano” non è per chiunque. Non tutti meritano di accedere al mondo artigianale, solo quelli che percepiscono e comprendono il vero valore dietro la lentezza e le imperfezioni.
Quando un’artigiana lavora pazientemente la foglia di banano ci sta mettendo qualcosa di personale: il suo talento, il suo tempo, il suo amore, la sua passione, la sua pazienza. L’oggetto finale non è solo un complemento d’arredo, ma qualcosa di più: racconta una storia, che puoi vedere, toccare e percepire. Siamo talmente abituati alla perfezione delle macchine che le piccole imperfezioni sembrano difetti enormi. Forse è il momento giusto per guardare le cose da un’altra prospettiva e rendersi conto che c’è qualcosa di veramente grazioso e poetico dietro all’imperfezione del “fatto a mano”.
Nel mondo della moda e dell’artigianato sono i clienti ad avere il potere d’acquisto che fornisce dignitose opportunità alle artigiane. I prodotti realizzati a mano con materie prime locali dalle donne della Cooperativa Wawoto Kacel rispecchiano i suoi valori: realtà di questo tipo devono essere consapevoli sia del creatore che del consumatore e, collaborando con voi, possiamo cambiare il futuro dell’artigianato locale e delle donne.
La nostra e la vostra missione è quindi quella di accompagnare le donne, consentendo loro di scrivere il proprio destino. La Cooperativa fornisce uno spazio sicuro per le donne che sono state oggetto di stigmatizzazione, pratiche abusive e altre ingiustizie nelle loro comunità d’origine a causa di condizioni fisiche e di salute, nonché a donne che hanno subito traumi legati a rapimenti e violenze nel periodo della guerra. I processi produttivi consentono alle donne di apprendere nuove abilità per aiutarle a prendere fiducia in loro stesse.
Attraverso il sostegno psicologico e l’ascolto si cerca di curare i traumi: le donne vengono aiutate a coltivare un senso di speranza e si dà loro la possibilità di scoprire la propria identità come individui attraverso il lavoro, l’istruzione, lo sviluppo delle competenze e l’empowerment economico.
Un progetto di grandissimo impatto per le donne, ma anche per le loro famiglie e quindi la comunità locale. Il sostegno messo in atto verso le donne prevede uno stipendio mensile, la possibilità di avere cure mediche (grazie agli accordi con l’ospedale St. Mary Lacor di Gulu), un pasto al giorno, corsi di formazione e di alfabetizzazione, il supporto psicologico, piccoli prestiti e un asilo nido aziendale. Un’attenzione a 360° che ha l’obiettivo di rendere economicamente autonome le donne e re-inserirle nel mondo del lavoro fornendo loro competenze specifiche e gratificazioni personali.
Questo non sarebbe possibile senza il tuo aiuto: attraverso l’acquisto dei prodotti “fatti a mano” contribuisci concretamente a dare uno stipendio e un futuro alle donne e alle loro famiglie. Prova il nostro shop solidale on-line: guarda tutti i prodotti, metti nel carrello, inserisci i tuoi dati, dona comodamente con bonifico bancario, pay pal o carta di credito e un corriere ti porterà a casa i tuoi prodotti artigianali. Potrai sfoggiare con fierezza l’originalità e il valore di una collana di carta o di una gonna tinta a mano.